Piede diabetico: come trattarlo

piede diabetico

Il piede diabetico è la complicanza delle complicanze. La piaga (in tutti i sensi) delle piaghe. La maggior parte dei pazienti sa che il diabete può colpire gli occhi, i reni, il cuore, ma non sa che, in Italia, oltre 5000 diabetici ogni anno sono sottoposti ad amputazione delle gambe e che, su 100 amputazioni degli arti inferiori, più di 50 sono effettuate proprio su questa popolazione di ammalati. E ancora, che circa il 50% dei pazienti già sottoposti ad amputazione, entro 5 anni, saranno sottoposti ad una seconda amputazione che può coinvolgere lo stesso arto o l’arto controlaterale.

Come si sviluppa il piede diabetico?

Tra i fattori che concorrono all’insorgenza di questa complicanza così invalidante, un ruolo decisivo lo giocano la neuropatia diabetica e l’arteriopatia periferica, complicanze spesso presenti in chi ha il diabete. Un paziente con neuropatia e vasculopatia è ad elevato rischio di sviluppare ulcere dei piedi e, se queste non vengono prontamente riconosciute, le conseguenze possono essere gravi.

E’ possibile accorgersene?

Spesse volte il paziente non sente nulla, è completamente asintomatico; a volte lamenta un formicolio ai piedi e, altre volte, deve interrompere la marcia dopo alcuni metri per la comparsa di dolore ai polpacci. Oppure, il paziente ha “i calli” sotto i piedi che, per la presenza di neuropatia, non fanno male; proprio quei calli, che sono l’espressione di un iperpressione, possono con il tempo trasformarsi in ulcere. A volte, infine, il paziente si accorge di avere già un’ulcera agli arti inferiori.

Ma allora che fare?

E’ importante che i diabetici siano sottoposti a visite degli arti inferiori per la ricerca della neuropatia e della vasculopatia periferica. La visita per la ricerca di segni e sintomi è rapida e di semplice esecuzione; permette inoltre di identificare tutti quei soggetti che dovranno essere sottoposti ad accertamenti più approfonditi e di consigliare tutte le più idonee misure per ridurre il rischio di ulcerazione (ad esempio una calzatura o un plantare con adeguate caratteristiche). Nel caso in cui il paziente abbia già una lesione ulcerativa in atto e sia affetto da diabete deve rivolgersi immediatamente al proprio medico curante che saprà indirizzarlo a chi si occupa del problema o direttamente ad un Centro specializzato per la cura del piede diabetico.

Qual è quindi il consiglio da dare ai pazienti diabetici?

Le ulcere dei piedi e le relative amputazioni possono essere spesso evitate, ma il paziente deve essere sottoposto a visita periodica dei piedi per verificare se è già presente una neuropatia o una vasculopatia diabetica e se le calzature che abitualmente porta sono idonee; non infrequentemente proprio le calzature sono in causa nella formazione delle ulcere. Anche i pazienti che già hanno delle lesioni ulcerative devono essere precocemente seguiti presso una struttura qualificata per rispondere a tutte le esigenze che questa patologia richiede. Il piede diabetico necessita infatti di un apporto multidisciplinare (più specialisti devono lavorare insieme in team!); questo permette di ottenere quella tanto sospirata riduzione del numero di amputazioni nei soggetti diabetici. Tale risultato può essere ottenuto solo grazie al lavoro di un team interdisciplinare e con l’utilizzo di tutte tecniche attualmente disponibili (dalle medicazioni avanzate agli innesti cutanei, dagli apparecchi di scarico in vetroresina alle tecniche di vascolarizzazione endoluminale e chirurgica, etc.).

L’attenzione del medico generale alla diagnosi precoce del diabete e delle sue complicanze e all’utilizzo di procedure appropriate per la loro prevenzione comportano: da una parte un processo di riqualificazione professionale, dall’altra una rilevante riduzione dei costi sociali ed economici nella gestione della malattia diabetica.

articolo a cura di Maurizio Spalluto

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