Quando usare i collari cervicali

collari ortopedici

Il corpo umano è sorretto e sostenuto dall’apparato scheletrico, un complesso sistema di ossa, articolazioni e muscoli. Basta pensare che la colonna vertebrale è formata da 33/34 vertebre, di cui 7 cervicali, 12 toraciche, 12 lombari, 5 sacrali e 4/5 coccigee. Appare dunque evidente come in caso di gravi urti o incidenti esse possono subire gravi danni, specialmente la zona cervicale, la più fragile e vitale per il corpo.

Proprio per questo, per un paziente che ha subito un trauma il collare cervicale è un presidio utilizzato come aiuto nell’immobilizzazione del rachide.

Esso viene utilizzato per lesioni da flessioni, che determinano lo schiacciamento delle vertebre e la distruzione dei legamenti, per lesioni da estensione sul piano laterale e frontale, con conseguente interruzione di un legamento, e per lesioni da rotazione, dovute ad una eccessiva rotazione delle vertebre. In questi casi, dunque, immobilizzare il rachide, per eventuali rischi ancor più gravi, diventa una scelta indispensabile da parte dei soccorritori.

Ci sono alcuni casi dove il posizionamento del collare cervicale può causare alcune controindicazioni. Nello specifico, non bisogna metterlo quando sono presenti spasmi muscolari del collo, quando il rachide non è ben allineato, quando ci sono corpi esterni che sono penetrati nel collo, quando si verifica un peggioramento della sintomatologia dolorosa e neurologica.
Il collare cervicale non è uno strumento per l’immediato post trauma, bensì può essere fatto tenere anche per molti giorni, in base alla gravità della situazione. Generalmente, si può tenere anche per ben un mese.

Un’altra funzione di essi è quella non di guarire dopo un trauma o incidente, bensì un’azione preventiva per far diminuire il dolore cervicale classico, molto diffuso nella popolazione di diversi target d’età Questo dolore può essere causato da stress, colpi di freddo, osteoporosi e posture scorrette.

Per risolvere e far diminuire questo problema, un collare cervicale può essere la soluzione ideale. Ne esistono di tante tipologie diverse, in base a diversi aspetti.

Le tipologie di collari cervicali

Collare cervicale morbido. E’ usato per il dolore cervicale principalmente, e rende possibili i movimenti del collo. Il collare cervicale morbido può essere di due tipi: basso o medio. Quando si usa? In genere è consigliato per il comune torcicollo causato da contratture muscolari o infiammazioni, e può essere indicato per chi soffre di cervicoartrosi, quando la patologia è in fase acuta. La sua è una funzione di sostegno della colonna cervicale, sostegno che aiuta ad alleviare il dolore.

Il collare cervicale duro è invece usato nei casi più gravi post trauma o incidente, e immobilizza quasi del tutto i movimenti della cervicale.

Collare cervicale mono-valva, che è formato da un unico pezzo con una sola chiusura. Collare cervicale bi-calca, che unisce due pezzi distinti da una chiusura a velcro. Collare cervicale a misura fissa, ovvero con misurazioni singole, predefinite. Collare cervicale a misura regolabile, quindi adattabile per ogni altezza e tipologia di collo.

Collare cervicale per adulti, quindi per cervicali e colli già sviluppati. Infine il collare cervicale pediatrico, che presenta proporzioni differenti rispetto a quello per adulti. Questo aspetto è dovuto alle diverse proporzioni tra l’occipite ed il resto del corpo che caratterizza il paziente fino a 14 anni, generalmente.

 

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